Alla fine ha vinto lui, King James. In una partita tesa e fallosa, con qualche giocata spettacolare e molti errori i Cleveland Cavaliers trascinati da LeBron James (27
punti, 11 rimbalzi e 11 assist, Mvp delle finali) conquistano l'ambito anello della Nba. Tornano a casa con l'aurea da campioni, portando a Cleveland la prima vittoria assoluta nel campionato di basket professionistico Usa, riuscendo anche nell'impresa - mai riuscita a nessuno - di vincere il titolo dopo essere stati in svantaggio 3-1. Una vittoria ottenuta nei minuti finali, dopo un ultimo quarto disastroso per i Golden State Warriors, i campioni in carica, che sono riusciti nell'impresa (negativa) di segnare solo 13 punti in 12 minuti, mentre LeBron e compagni ne facevano 18. Pochi anche per loro, ma quei cinque punti di differenza sono stati sufficienti a vincere una partita (il punteggio finale è 93 a 89) rimasta sempre equilibrata. In quegli stessi minuti finali in cui spesso ha vinto da solo partite decisive, Stephen Curry (17 punti con 6/19 al tiro), la superstar di casa, ha sbagliato tutto a cominciare dalla sua specialità, i tiri da tre punti. E Golden State ha visto sfumare mestamente il sogno accarezzato (con ragione) durante tutto il campionato.
Dopo aver dominato l'intera stagione regolare battendo ogni record, dopo play-off con qualche battuta d'arresto ma sempre vincenti e soprattutto dopo essere stati in vantaggio per tre gare a una nella finalissima, i 'Guerrieri' di Golden State hanno dunque fallito proprio nell'ultima e decisiva partita. I numeri sono implacabili: Curry ha segnato 4 su 14 da tre punti, il suo 'splash brother' Klay Thompson 2 su 10. Non ci fosse stato Draymond Green e i suoi 32 punti la partita sarebbe finita anche prima.
Hanno sbagliato tanto anche dall'altra parte ma LeBron James (27 punti) e Kyrie Irving (26) alla fine hanno fatto il proprio dovere. Nella storia della Nba nessuno era mai riuscito a vincere il titolo dopo essere stato sotto tre partite a una e occorre risalire al 1978 per trovare una squadra che fuori casa riesce a espugnare il campo avversario nella settima e decisiva partita. Allora furono i Washington Bullets contro i Seattle Supersonics, in questa sera californiana è toccato ai 'Cavalieri' di Cleveland, la squadra che non vinceva mai. E che con il ritorno del suo figliol prodigo LeBron James, che se ne era andato in esilio a Miami per di vincere un titolo, ha finalmente rotto un'incantesimo che sembrava eterno. A fine partita King James si è lasciato andare a un pianto liberatorio. "E' per i nostri tifosi, se lo meritano. Sono tornato per regalare un titolo a questa città, io sapevo che potevo farlo. E ci sono riuscito". Queste finali, soprattutto le ultime tre partite (vinte consecutivamente da Cleveland) sono state vissute sotto il suo segno e la sua potenza. Da solo ha tenuto in piedi la squadra nei momenti difficili di gara 5 e gara 6, e nella partita di oggi la sua stoppata su Iguodala a 1'51'' dalla fine è stata decisiva.
Per Stephen Curry, che dopo un annata eccezionale cercava la consacrazione definitiva a numero 1 della Nba, queste finali sono state un vero e proprio incubo. Si potrà rifare, ma quei 13 punti dell'ultimo quarto (e gli ultimi 4'39'') resteranno negli annali di Golden State a memoria futura: su come è possibile perdere un campionato già vinto. "E' una sconfitta dura da digerire, ma questa è una lezione che deve servirci per il futuro".